"Il pastore deve avere l'odore delle pecore" (Papa Francesco, Omelia del 28 marzo 2013).
Con queste parole semplici, Papa Francesco ha dato un volto nuovo al ministero petrino: un volto di prossimità, di tenerezza e di misericordia. È stato il Papa che ha riportato al centro della Chiesa il Vangelo vissuto nella concretezza della carità, nella custodia dei poveri, nell’accoglienza degli ultimi.
La sua testimonianza è stata quella di un uomo profondamente radicato in Cristo, che ha saputo mostrare a tutti il cuore del Padre: "Dio non si stanca di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia" (Angelus, 17 marzo 2013).
Con instancabile dedizione, ha invitato il mondo a uscire da sé stesso, a “camminare, costruire, confessare” (Omelia nella Messa con i cardinali, 14 marzo 2013), a vivere una fede che non sia chiusa, ma aperta, in uscita verso le periferie esistenziali.
Papa Francesco ci ha ricordato che la Chiesa non è una fortezza da difendere, ma un ospedale da campo dove si curano le ferite dell’umanità. Il suo magistero, radicato nella Tradizione e nello Spirito del Concilio Vaticano II, ha saputo parlare con il linguaggio della semplicità e dell’essenziale, mostrando che "il nome di Dio è misericordia".
Nel suo testamento spirituale lascia alla Chiesa una chiamata forte: essere una comunità di fratelli e sorelle, in cui nessuno sia escluso, in cui la dignità di ogni essere umano sia riconosciuta e custodita come dono di Dio. "La realtà è più importante dell'idea", ci insegnava (Evangelii Gaudium, 231), invitandoci a non fermarci ai discorsi, ma a incarnare il Vangelo nella storia.
Oggi, mentre affidiamo la sua anima al Signore della vita, ringraziamo Dio per aver donato a questo tempo un Papa capace di parlare al cuore del mondo con il linguaggio dell’amore e della verità.
"Il Signore, nella sua infinita misericordia, gli conceda di contemplare per sempre il Suo volto, e renda anche noi, pellegrini nel tempo, costruttori di quella Chiesa umile, povera e fedele al Vangelo che lui ha tanto amato e sognato."
San Francesco d’Assisi, nato Giovanni di Pietro Bernardone nel 1181 o 1182 ad Assisi, in Umbria, è una delle figure più amate e venerate della storia cristiana. Fondatore dell’Ordine Francescano, è ricordato per la sua vita di povertà, amore per la natura e predicazione della pace. La sua eredità spirituale ha influenzato non solo il mondo cristiano, ma ha anche trovato risonanza nei movimenti ambientalisti, pacifisti e interreligiosi del nostro tempo.
La Vita di San Francesco
San Francesco nacque in una famiglia agiata di mercanti di stoffe. Cresciuto in un ambiente di ricchezza e privilegi, durante la sua giovinezza mostrò un carattere spensierato e ambizioso. Tuttavia, una serie di eventi cruciali, tra cui la prigionia durante una guerra tra Assisi e Perugia, e un incontro spirituale con Cristo nella chiesa di San Damiano, lo portarono a una profonda trasformazione interiore.
Rinunciando ai beni materiali e al suo status sociale, Francesco abbracciò la povertà radicale, dedicando la sua vita all’aiuto dei poveri, alla cura degli emarginati e alla predicazione dell’amore di Dio. Fondò l’Ordine dei Frati Minori, i “francescani”, e insieme ai suoi seguaci, visse una vita di semplicità e servizio. Fu anche un grande amante della natura, vedendo in tutte le creature la presenza del Creatore, come esemplificato nel suo famoso Cantico delle Creature, uno dei primi testi scritti in volgare italiano.
Il Messaggio di San Francesco
Il messaggio di San Francesco si basa su alcuni valori fondamentali: povertà, fraternità universale, rispetto per la natura e amore per gli ultimi. La sua visione del mondo era incentrata sulla profonda convinzione che tutte le creature, umane e non, fossero fratelli e sorelle, e che la Terra stessa fosse la nostra “sorella madre”, degna di rispetto e cura.
Uno degli episodi più noti della vita di San Francesco è il suo incontro pacifico con il Sultano d’Egitto, al-Malik al-Kamil, durante la Quinta Crociata. Invece di promuovere il conflitto, Francesco cercò il dialogo con il leader musulmano, dimostrando che il confronto tra culture e religioni diverse poteva avvenire in un clima di rispetto e comprensione reciproca.
L’Importanza di San Francesco Oggi
San Francesco d’Assisi è una figura straordinariamente attuale. In un mondo caratterizzato da disuguaglianze economiche, crisi ambientali e conflitti religiosi, il suo messaggio di pace, umiltà e armonia con la natura appare sempre più rilevante.
Francesco ha vissuto in un’epoca in cui la povertà e la ricchezza erano fortemente polarizzate, un problema che persiste anche oggi. Il suo esempio di abbandono dei beni materiali e la scelta di vivere tra i poveri è una sfida alle moderne società consumistiche. La sua scelta di povertà volontaria non era solo una forma di protesta contro le ingiustizie del suo tempo, ma un modo di vivere che metteva al centro la dignità umana e il rispetto reciproco. Questo valore di condivisione e solidarietà è oggi un punto di riferimento per movimenti che lottano contro la povertà, l’ineguaglianza e la giustizia sociale.
San Francesco è il santo patrono dell’ecologia, un titolo che gli fu attribuito da Papa Giovanni Paolo II nel 1979. La sua profonda connessione con la natura e la sua visione del mondo come una comunità interconnessa di esseri viventi lo rendono una figura di ispirazione per le questioni ambientali contemporanee. In un’epoca di cambiamento climatico e devastazione ambientale, il suo messaggio di rispetto per il creato ci invita a rivedere il nostro rapporto con la Terra e a promuovere uno sviluppo sostenibile.
Papa Francesco, prendendo il nome del santo, ha amplificato questo messaggio nella sua enciclica Laudato si’, in cui esorta a prendersi cura della “casa comune” e a proteggere i poveri e l’ambiente.
L’incontro di San Francesco con il Sultano al-Malik al-Kamil è un potente simbolo di dialogo e comprensione tra religioni. Oggi, in un mondo spesso diviso da tensioni religiose, l’esempio di Francesco ci ricorda l’importanza del dialogo aperto e rispettoso tra fedi diverse. In questo senso, San Francesco può essere visto come un pioniere del dialogo interreligioso, mostrando come la fede possa essere uno strumento di pace piuttosto che di divisione.
San Francesco d’Assisi continua a essere una figura centrale non solo per la Chiesa cattolica, ma anche per chiunque cerchi un modello di vita basato su valori di pace, amore e rispetto per la Terra e i suoi abitanti. In un’epoca di profonde crisi globali, il suo esempio di semplicità, fratellanza universale e cura del creato offre una luce guida per costruire un mondo più giusto e armonioso.
Il suo messaggio trascende i confini religiosi e culturali, parlando al cuore dell’umanità e ricordandoci che, nonostante le differenze, siamo tutti parte di una grande famiglia umana, chiamata a vivere in pace e in armonia con la natura.
Nella frenetica corsa del mondo moderno, la Quaresima si pone come un'opportunità di pausa, un tempo sacro di introspezione e crescita spirituale. È un invito a staccarci dal frastuono quotidiano per immergerci nel mistero della nostra fede, seguendo l'esempio di Gesù nel deserto e preparandoci al dono della Pasqua.
San Tommaso d'Aquino ci insegna che la Quaresima è un'occasione di purificazione dell'anima, un cammino verso la conversione e il rinnovamento interiore. È un periodo per confrontarci con i nostri peccati, abbracciando la misericordia divina con umiltà e fiducia.
Ma come possiamo vivere la Quaresima nell'era della distrazione e dell'agitazione? San Giovanni della Croce ci offre una preziosa prospettiva: il vero digiuno non consiste solo nel privarsi del cibo, ma nell'aprire il cuore a Dio, liberandolo dalle passioni mondane. È un invito a creare spazio per Dio nelle nostre vite, cercando la Sua volontà e seguendo il Suo cammino di amore e compassione.
Le Sacre Scritture ci guidano in questo viaggio spirituale, illuminando il nostro cammino con saggezza e verità. Nel Vangelo di Matteo (6:16-18), Gesù ci esorta a digiunare con sincerità di cuore, senza cercare l'approvazione degli uomini ma solo quella del Padre celeste. È un richiamo alla autenticità e alla sincerità nel nostro rapporto con Dio durante la Quaresima.
Un modo pratico per vivere al meglio la Quaresima è quello di impegnarsi in opere di carità e di misericordia. Come ci insegna il teologo del XX secolo, Dietrich Bonhoeffer, la vera fede si manifesta nell'amore per il prossimo. Durante la Quaresima, possiamo dedicare del tempo alla preghiera e alla meditazione, ma anche al servizio degli altri, specialmente dei più bisognosi.
La Quaresima è anche un tempo per il digiuno spirituale, per rinunciare agli atteggiamenti e ai comportamenti che ci allontanano da Dio e dagli altri. Possiamo impegnarci a combattere l'egoismo e l'individualismo, cercando di vivere in comunione con gli altri membri del corpo di Cristo.
Infine, la Quaresima ci invita a riflettere sulla nostra relazione con il creato e a vivere in modo responsabile e sostenibile. Come ci ricorda papa Francesco nella sua enciclica Laudato si', siamo chiamati a custodire e proteggere la terra, la nostra casa comune, per le generazioni future.
In questo spirito di conversione e di impegno, ci rivolgiamo a Dio con umiltà e gratitudine, chiedendo la Sua grazia per vivere la Quaresima con autenticità e generosità. Che questo tempo di penitenza e preghiera ci porti più vicini a Cristo e ci guidi lungo il sentiero della santità e della redenzione. Amen.
Deutsch:
Die Fastenzeit in der heutigen Welt: Ein Aufruf zur Reflexion und Transformation:
Inmitten des hektischen Treibens der modernen Welt präsentiert sich die Fastenzeit als eine Oase der Ruhe, eine heilige Zeit der Besinnung und spirituellen Neugeburt. Sie lädt uns ein, uns von der Alltagshektik zu lösen und uns im tiefen Geheimnis unseres Glaubens zu vertiefen, indem wir dem Beispiel Jesu in der Wüste folgen und uns auf das große Geschenk von Ostern vorbereiten.
Der heilige Thomas von Aquin, einer der größten Theologen der Kirche, lehrt uns, dass die Fastenzeit eine Zeit der Reinigung der Seele ist, ein innerer Weg zur Umkehr und Erneuerung. Es ist eine Zeit, um über unsere Sünden nachzudenken, sich mit unserer menschlichen Schwäche auseinanderzusetzen und die göttliche Barmherzigkeit mit Demut und Vertrauen anzunehmen.
Aber wie können wir die Fastenzeit in einer Ära der Hektik und Ablenkung leben? Der heilige Johannes vom Kreuz bietet uns eine wertvolle Perspektive: Das wahre Fasten besteht nicht nur im Verzicht auf Nahrung, sondern darin, das Herz von weltlichen Leidenschaften zu befreien. Es ist eine Einladung, Raum für Gott in unserem Leben zu schaffen, seinen Willen zu suchen und seinem Weg der Liebe und Barmherzigkeit zu folgen.
Die Heilige Schrift begleitet uns auf dieser spirituellen Reise und erhellt unseren Weg mit Weisheit und Wahrheit. Im Evangelium nach Matthäus (6,16-18) ermahnt uns Jesus, mit aufrichtigem Herzen zu fasten, ohne die Zustimmung der Menschen, sondern nur die des himmlischen Vaters zu suchen. Es ist ein Aufruf zur Authentizität und Ehrlichkeit in unserer Beziehung zu Gott während der Fastenzeit.
Ein praktischer Weg, um die Fastenzeit optimal zu leben, besteht darin, sich in Werken der Nächstenliebe und Barmherzigkeit zu engagieren. Wie uns der Theologe des 20. Jahrhunderts, Dietrich Bonhoeffer, lehrt, zeigt sich der wahre Glaube in der Liebe zum Nächsten. Während der Fastenzeit können wir Zeit für Gebet und Meditation widmen, aber auch für den Dienst an anderen, insbesondere den Bedürftigsten.
Die Fastenzeit ist auch eine Zeit des geistigen Fastens, um sich von Haltungen und Verhaltensweisen zu lösen, die uns von Gott und anderen entfernen. Wir können uns bemühen, Egoismus und Individualismus zu bekämpfen und in Gemeinschaft mit den anderen Mitgliedern des Leibes Christi zu leben.
Schließlich lädt uns die Fastenzeit ein, über unsere Beziehung zur Schöpfung nachzudenken und verantwortungsbewusst und nachhaltig zu leben. Wie uns Papst Franziskus in seiner Enzyklika "Laudato si'" erinnert, sind wir aufgerufen, die Erde, unser gemeinsames Zuhause, für zukünftige Generationen zu bewahren und zu schützen.
In diesem Geist der Umkehr und des Engagements wenden wir uns mit Demut und Dankbarkeit an Gott und bitten um seine Gnade, die Fastenzeit authentisch und großzügig zu leben. Möge diese Zeit der Buße und des Gebets uns näher zu Christus bringen und uns auf den Weg zur Heiligkeit und Erlösung führen. Amen.
Nelle chiese di tutto il mondo, il Mercoledì delle Ceneri è un giorno carico di significato e di profonda spiritualità. Quest'anno, come sempre, i fedeli si radunano per partecipare a una cerimonia che simboleggia l'inizio della Quaresima, una stagione di penitenza, riflessione e preparazione spirituale in vista della Pasqua.
La liturgia di questo giorno è caratterizzata dalla distribuzione delle ceneri, un gesto antico e simbolico che richiama i credenti a una consapevolezza della propria mortalità e alla necessità di conversione. Le ceneri, ottenute dalla combustione dei rami di palma benedetti durante la Domenica delle Palme dell'anno precedente, vengono poste sulla fronte dei fedeli con la formula: "Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai". Queste parole, tratte dal libro della Genesi, sono un richiamo alla fragilità della vita umana e alla nostra dipendenza da Dio.
Il gesto delle ceneri non è semplicemente un rito vuoto, ma piuttosto un invito alla riflessione interiore e alla conversione del cuore. Attraverso questo segno visibile, i credenti sono chiamati a confrontarsi con la propria condizione di peccatori e a cercare il perdono e la riconciliazione con Dio e con il prossimo.
Ma qual è il legame tra il Mercoledì delle Ceneri e il Vangelo? Il testo evangelico proclamato durante le liturgie di questo giorno è tratto dal Vangelo secondo Matteo (6,1-6.16-18), in cui Gesù invita i suoi discepoli a praticare l'elemosina, la preghiera e il digiuno senza cercare la gloria degli uomini, ma piuttosto la ricompensa del Padre celeste. Questo passo evangelico richiama i credenti a una pratica spirituale autentica e priva di ipocrisia, fondata sull'amore sincero verso Dio e verso il prossimo.
Il Mercoledì delle Ceneri, dunque, non è solo l'inizio di un periodo di astinenza e sacrificio, ma soprattutto un invito a un cammino interiore di conversione e trasformazione. È un tempo di grazia in cui i fedeli sono chiamati a rinnovare il loro impegno verso una vita più conforme all'insegnamento di Cristo e a prepararsi spiritualmente per celebrare la Pasqua, la festa della risurrezione e della nuova vita.
In un mondo segnato da tante divisioni e tensioni, il Mercoledì delle Ceneri ci ricorda che la vera grandezza risiede nella semplicità, nell'umiltà e nell'amore. È un invito a lasciare da parte le vanità e le ambizioni mondane, per concentrarsi sulle cose che veramente contano agli occhi di Dio: la giustizia, la misericordia e la pace.
Che questo Mercoledì delle Ceneri sia per tutti noi un momento di profonda riflessione e di autentica conversione, affinché possiamo affrontare con cuore purificato il cammino quaresimale verso la gioia della Pasqua.
Deutsch:
Die Tiefere Bedeutung des Aschermittwochs: Eine Spirituelle Reflexion
In Kirchen auf der ganzen Welt ist der Aschermittwoch ein Tag voller Bedeutung und tiefer Spiritualität. Auch dieses Jahr versammeln sich die Gläubigen, um an einer Zeremonie teilzunehmen, die den Beginn der Fastenzeit markiert, einer Zeit der Buße, Reflexion und geistlichen Vorbereitung auf Ostern.
Die Liturgie dieses Tages ist geprägt von der Verteilung der Asche, einer alten und symbolischen Geste, die die Gläubigen dazu aufruft, sich ihrer eigenen Sterblichkeit bewusst zu werden und zur Umkehr aufzurufen. Die Asche, gewonnen aus der Verbrennung der geweihten Palmzweige vom Palmsonntag des vergangenen Jahres, wird den Gläubigen mit den Worten auf die Stirn aufgetragen: "Gedenke Mensch, dass du Staub bist und zum Staub zurückkehrst." Diese Worte, aus dem Buch Genesis entlehnt, erinnern an die Zerbrechlichkeit des menschlichen Lebens und unsere Abhängigkeit von Gott.
Die Geste der Asche ist nicht einfach nur ein leeres Ritual, sondern vielmehr eine Einladung zur inneren Reflexion und zur Umkehr des Herzens. Durch dieses sichtbare Zeichen werden die Gläubigen aufgefordert, sich mit ihrer eigenen Sündhaftigkeit auseinanderzusetzen und nach Vergebung und Versöhnung mit Gott und dem Nächsten zu suchen.
Doch wie steht der Aschermittwoch mit dem Evangelium in Verbindung? Der verlesene Evangelientext dieses Tages stammt aus dem Matthäusevangelium (6,1-6.16-18), in dem Jesus seine Jünger dazu ermutigt, Almosen, Gebet und Fasten zu praktizieren, ohne nach der Anerkennung der Menschen zu streben, sondern vielmehr nach der Belohnung des himmlischen Vaters. Diese Evangelienstelle ruft die Gläubigen zu einem authentischen spirituellen Leben ohne Heuchelei auf, gegründet auf aufrichtiger Liebe zu Gott und zum Nächsten.
Der Aschermittwoch ist daher nicht nur der Beginn einer Zeit des Verzichts und der Opfer, sondern vor allem eine Einladung zu einem inneren Weg der Umkehr und Transformation. Es ist eine Gnadenzeit, in der die Gläubigen ihr Engagement für ein Leben erneuern sollen, das dem Lehren Christi entspricht, und sich geistig auf die Feier von Ostern vorbereiten sollen, dem Fest der Auferstehung und des neuen Lebens.
In einer Welt, die von vielen Spaltungen und Spannungen geprägt ist, erinnert uns der Aschermittwoch daran, dass wahre Größe in Einfachheit, Demut und Liebe liegt. Es ist eine Einladung, die Eitelkeiten und weltlichen Ambitionen beiseite zu lassen, um sich auf die Dinge zu konzentrieren, die in den Augen Gottes wirklich zählen: Gerechtigkeit, Barmherzigkeit und Frieden.
Möge dieser Aschermittwoch für uns alle ein Moment tiefer Reflexion und authentischer Umkehr sein, damit wir den Weg der Fastenzeit mit einem gereinigten Herzen gehen können, auf dem Weg zur Freude von Ostern.
Nell'atmosfera solenne e gioiosa della scorsa domenica, la Parrocchia Santa Geltrude di Essen ha festeggiato con devozione e comunione la tradizionale festa della parrocchia, coinvolgendo le diverse comunità di lingue madri che abbracciano la sua essenza. Un affascinante mosaico di nazionalità, compresi noi italiani, insieme a comunità di lingua spagnola, ungherese, coreana e molte altre, si sono uniti in una celebrazione fraterna e multiculturale.
In tale occasione, è stato presentato il nuovo logo della parrocchia, che si manifesta come un enigmatico puzzle. Questo simbolo, carico di significato, evoca l'importanza di essere aperti alle nuove opportunità che la vita ci pone di fronte ogni giorno. Come tessere di un puzzle divino, siamo chiamati a intrecciare le diverse esperienze e le sfide incontrate lungo il nostro cammino, per dar vita a una visione più ampia e profonda della nostra fede.
Tuttavia, il puzzle non è solo un segno autonomo, ma è accompagnato dalla presenza iconica della croce. Questo simbolo di redenzione ci richiama al messaggio centrale di Cristo, che ci esorta ad amare il prossimo come noi stessi. La croce, rappresentazione tangibile dell'amore sacrifìcale del Figlio di Dio, ci invita a vivere secondo gli insegnamenti evangelici, aprendo i nostri cuori alla compassione, al perdono e alla generosità.
Dopo la celebrazione dell'Eucaristia, che ha risuonato in varie lingue sotto la guida del Monsignore Dr. Dönnermann e dei diversi sacerdoti delle missioni parrocchiali, si è tenuto un conviviale pranzo. Ogni comunità ha generosamente condiviso con gli altri un assaggio delle proprie tradizioni culinarie, creando un banchetto variegato e festoso.
Questo momento di condivisione alimentare è un riflesso tangibile dell'unità nella diversità, dove le differenti culture si fondono e si arricchiscono reciprocamente. È un'opportunità per scoprire la bellezza delle tradizioni degli altri, superando le barriere linguistiche e culturali, e unendo le nostre tavole come segno di una comunione più profonda.
In questo giorno di festa, la Parrocchia Santa Geltrude ha dimostrato che l'amore di Dio supera ogni confine e che la diversità è un dono che arricchisce la nostra comunità di fede. Attraverso il simbolismo del puzzle e della croce, siamo stati chiamati a riflettere sul nostro impegno di accoglienza, comprensione e amore verso il prossimo.
Che questa festa ecumenica e multiculturale continui a radunare i fedeli di Santa Geltrude, e tutte le comunità che ne fanno parte, in un'esperienza di fraternità sempre più profonda, dove la diversità è celebrata e il messaggio di Cristo risuona in ogni cuore.
Deutsch:
In der feierlichen und freudigen Atmosphäre des vergangenen Sonntags feierte die Pfarrei Santa Geltrude in Essen mit Hingabe und Gemeinschaft das traditionelle Pfarrfest, das die verschiedenen Muttersprachengemeinschaften einschloss, die ihre Essenz umarmen. Ein faszinierendes Mosaik aus Nationalitäten, darunter wir Italiener sowie Gemeinschaften mit spanischer, ungarischer, koreanischer und vielen anderen Sprachen, vereinte sich in einem brüderlichen und multikulturellen Fest.
Bei dieser Gelegenheit wurde das neue Logo der Pfarrei präsentiert, das sich als rätselhaftes Puzzle manifestiert. Dieses Symbol, voller Bedeutung, ruft die Bedeutung hervor, für neue Chancen offen zu sein, die uns das Leben täglich bietet. Wie die Teile eines göttlichen Puzzles sind wir aufgerufen, die verschiedenen Erfahrungen und Herausforderungen, die uns auf unserem Weg begegnen, zu verweben und so eine umfassendere und tiefere Vision unseres Glaubens zu erschaffen.
Das Puzzle ist jedoch nicht nur ein eigenständiges Zeichen, sondern wird begleitet von der ikonischen Präsenz des Kreuzes. Dieses Symbol der Erlösung erinnert uns an die zentrale Botschaft Christi, uns selbst und den Nächsten zu lieben. Das Kreuz, eine greifbare Darstellung der opferbereiten Liebe des Sohnes Gottes, lädt uns ein, gemäß den Evangeliumslehren zu leben, unsere Herzen für Mitgefühl, Vergebung und Großzügigkeit zu öffnen.
Nach der Eucharistiefeier, die in verschiedenen Sprachen unter der Leitung von Monsignore Dr. Dönnermann und den verschiedenen Priestern der unterschiedlichen Sprachmissionen erklang, fand ein geselliges Mittagessen statt. Jede Gemeinschaft teilte großzügig eine Kostprobe ihrer kulinarischen Traditionen mit den anderen und schuf so ein vielfältiges und festliches Bankett.
Dieser Moment des gemeinsamen Essens ist ein greifbares Spiegelbild von Einheit in Vielfalt, in dem verschiedene Kulturen miteinander verschmelzen und sich gegenseitig bereichern. Es ist eine Gelegenheit, die Schönheit der Traditionen anderer zu entdecken, Sprach- und Kulturgrenzen zu überwinden und unsere Tische als Zeichen tieferer Gemeinschaft zu vereinen.
An diesem Festtag hat die Pfarrei Santa Geltrude gezeigt, dass Gottes Liebe jede Grenze überwindet und dass Vielfalt ein Geschenk ist, das unsere Glaubensgemeinschaft bereichert. Durch die Symbolik des Puzzles und des Kreuzes sind wir aufgefordert, über unser Engagement für Empfangen, Verständnis und Liebe zum Nächsten nachzudenken.
Möge dieses ökumenische und multikulturelle Fest weiterhin die Gläubigen von Santa Geltrude und alle Gemeinschaften, die Teil davon sind, in eine immer tiefere Erfahrung der Brüderlichkeit vereinen, in der Vielfalt gefeiert wird und die Botschaft Christi in jedem Herzen widerhallt.
Ferie Estive
Domenica 25.06.2023 si celebrerà l'ultima S. Messa prima delle ferie estive. Le celebrazioni ripremeranno secondo i programmi previsti il 03.09.2023.
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